mercoledì 30 agosto 2017

Riflessioni sulla vita sociale, il socialismo ed il bisogno del cuore nelle parole di Federico Fellini

Per imparare la ricchezza e la possibilità della vita sociale, oggi che si fa un gran parlare di socialismo, è anzitutto importante imparare a stare, semplicemente, anche con un solo altro uomo: credo che questo sia il tirocinio d'ogni società e credo che se non si risolve questa umile ma necessaria partenza, ci troveremmo forse domani di fronte a una società esteriormente bene organizzata, e pubblicamente perfetta e senza peccato, nella quale però i rapporti privati, quelli tra uomo e uomo, quelle tra le persone, rimarrebbero rapporti di vuoto, di indifferenza, di isolamento e di impenetrabilità.
Il nostro male, di noi uomini moderni, è la solitudine e questa incomincia assai nel profondo, alle radici dell'essere, e nessuna ubriacatura pubblica, nessuna sinfonia politica può presumere di levarla tanto facilmente. C'è invece, a mio avviso, tra persona e persona, il modo di rompere questa solitudine, di far passare come un messaggio fra l'una e l'altra, e di comprendere, dunque, di scoprire quasi, il legame profondo che lega l'una all'altra (...). Credo che oggi il capovolgimento da un individualismo a un giusto socialismo, per essere persuasivo dev'essere tentato e analizzato come bisogno del cuore, come impulso dell'attimo, come linea in azione dentro il più dimesso corso della nostra esistenza. La società deve nascere come bisogno profondo dell'esistenza, qui maturare e da qui slanciarsi.

(Federico Fellini. Tratto da Carlo Lizzani "Storia del cinema italiano", Milano, Parenti, 1961)

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