venerdì 9 settembre 2016

"Franciavanguardia": una rivoluzione culturale sociale e nazionale. Articolo di Luca Bagatin

La Francia è da sempre un'avanguardia intellettuale e culturale, fucina di tradizione e trasgressione, di spiritualità (vedi le numerose comunità Catare e non solo) e di laicità.
La Francia è la culla dell'Illuminismo nelle sue più varie declinazioni (da quello di Rousseau a quello di Voltaire), della Rivoluzione francese del 1789 sino a quella proletaria della Comune di Parigi del 1871.
E' così che nasce un testo insolito, “Franciavanguardia”, del giovane gionalista Sebastiano Caputo, edito dalle Edizioni Circolo Proudhon, che è un insieme di analisi e soprattutto di interviste ad intellettuali e studiosi dell' “altra-Francia”, ovvero quella che si contrappone al “pensiero unico” borghese e progressista. La Francia che riscopre il socialismo delle origini – quello di Pierre Leroux, Proudhon e Sorel – che non è mai stato di sinistra né di destra, che si è da sempre contrapposto al capitalismo, al progressismo ed alla crescita economica illimitata.
“Franciavanguardia”, che è appunto, come suggerito dal sottotitolo, la “cronaca di una rivoluzione culturale”, è poi l'analisi di come oggi in Francia sia piuttosto il Front National di Marine Le Pen a raccogliere i consensi dei ceti proletari e meno abbienti, rispetto alle élite di destra e sinistra di Sarkozy ed Hollande, le quali hanno venduto al capitale ed alla finanza internazionale gli ideali rispettivamente di De Gaulle e del socialismo autentico.
“Franciavanguardia” è, se vogliamo, l'elogio delle analisi di Rousseau, il primo ad individuare le derive della società individualista, egoista, borghese e liberale e la critica alle rispettive élite, compresa quella sionista. Qui l'unico appunto che mi sento di fare al giovane Caputo è l'aver inserito fra queste élite – per quanto en passant – quella “massonica”. Mi sento infatti, da studioso di Massoneria di dissentire, in quanto la Massoneria – e quella francese non fa eccazione, anzi ! - oltre a non essere una élite, raccoglie da sempre personalità diversissime fra loro. Non è una scuola di razionalità (per quanto in Francia vi sia stata qualche deriva in tal senso), bensì di spiritualità ed al suo interno convivono spiriti e ideali diversissimi, uniti unicamente dalla ricerca interiore e filosofica. Si pensi infatti che lo stesso Rousseau fu massone, così come l'ideatore del termine “socialismo” Pierre Leroux e così i rivoluzionari Pierre-Joseph Proudon e Michail Bakunin (allo scopo di propagandare i propri ideali anarchici all'interno delle Logge), oltre che la paladina della Comune di Parigi Louise Michel, tanto per citarne sono alcuni. In questo senso nel testo, a parer mio, avrebbe potuto essere trattato diffusamente questo tema, ovvero come la Massoneria francese, di matrice Liberale (ovvero non Tradizionale ed anglosassone), abbia influenzato l'azione ed il pensiero dei rivoluzionari e dei socialisti francesi e latini di ispirazione anarchica sia in Francia che in Italia, oltre che in America Latina (si veda in proposito il mio articolo: http://amoreeliberta.blogspot.it/2016/06/la-massoneria-dellamerica-latina-e-dei_45.html).
In “Franciavanguardia” è dunque trattato, grazie ai dotti interventi dei filosofi Jean-Claude Michéa ed Alain De Benoist, il tema del socialismo, che mai fu un concetto di sinistra o di destra (Marx e Proudhon, oltre che gli altri teorici del socialismo mai usarono il termine “sinistra” per indentificarsi e giammai proposero una fantomatica formula dell'”unità delle sinistre” tanto abusata in quest'epoca globalista). Il socialismo, infatti, rappresentò sempre ed unicamente i ceti popolari, contadini ed operai i quali solo durante il periodo dell'”affaire Dreyfus” - temendo un colpo di Stato di matrice monarchica ed aristocratica – scesero a compromessi con la sinistra parlamentare, borghese, bottegaia, colonialista e progressista.
Pierre Leroux
Questo fu il più grande errore del socialismo, come ricorda Michéa, in quanto il più grande nemico del socialismo fu proprio la sinistra parlamentare, che, nel corso degli anni, tradirà ogni istanza sociale, comunitaria ed operaista per garantire unicamente quelle élite liberali, borghesi e progressiste che saranno poi all'origine dell'attuale capitalismo assoluto, ovvero quelle che garantiranno precariato sociale, disoccupazione endemica, immigrazionismo, sradicamento dei popoli e neo-colonialismo, oltre che nuovi “scontri di civiltà”, fomentati dagli Stati Uniti d'America e dalle loro lobby economico-politico-geopolitiche.
Alain De Benoist ricorda in particolare come la Sezione Francese dell'Internazionale Operaia (SFIO), nel 1905, fosse guidata dalla corrente socialista rivoluzionaria ed avesse ancora un programma anticapitalista, aspetto che sarà destinata a perdere nel corso dei decenni a causa del compromesso con le varie correnti della sinistra parlamentare che daranno vita all'attuale Partito Socialista, rappresentante massimo della borghesia capitalista con le sue Loi Travail e la sua difesa strenua dei ceti medio alti a discapito di quelli medio bassi e degli abitanti delle banlieue.
“Franciavanguardia”, dunque, ci parla, nell'introduzione, dell'esperienza del “Cercle Proudhon”, fondato nel 1912 dai deiscepoli del socialista Georges Sorel, ovvero Georges Valois ed Edouard Berth, i quali si proponevano un superamento della destra e della sinistra fondendo valori nazionali con istanze socialiste, riprendendo così la tradizione anarco-socialista di Proudhon di critica nei confronti del liberalismo, dei cosiddetti “valori borghesi” e del parlamentarismo. Esperienza purtroppo destinata ad esaurirsi a causa della Grande Guerra.
“Franciavanguardia” è il saggio che lega a questa tradizione sociale e nazionale anche all'esperienza del Generale Charles De Gaulle, il quale, pur stimato a destra ed a sinistra, non si riconosceva in nessuno di questi due filoni (ricordiamo che in Italia De Gaulle fu ispirazione politica per due medaglie d'oro della Resistenza, il liberale Edgardo Sogno ed il repubblicano Randolfo Pacciardi). De Gaulle è infatti ricordato come il presidente che rimpatriò le riserve auree; condannò le politiche israeliane in Palestina e quelle statunitensi in Vietnam; provocò l'uscita della Francia dalla NATO preservando così l'indipendenza militare della nazione; consolidò il sistema del welfare e si oppose all'ingresso dell'Inghilterra nella comunità europea.
A tradire tale patriomonio, sia gollista che socialista originario, furono appunto i vari partiti di destra e di sinistra, attraverso politiche ultra liberali di privatizzazione industriale, deregolamentazione finanziaria e di subordinazione al dollaro statunitense. Non a caso il Generale De Gaulle ebbe a dire, prima di morire: “Odio i socialisti perché non sono socialisti, mentre odio i miei perché amano troppo il denaro”.
Inutile dire che fu profetico rispetto ai minus habens politici di oggi Sarkozy ed Hollande, ovvero sedicenti “repubblicani” e sedicenti “socialisti” che hanno saputo alla perfezione distruggere un Paese ed un popolo dalle grandissime potenzialità sociali, intellettuali ed artistiche, consegnandolo all'insicurezza, alla precarietà ed in balìa del terrorismo.
Il saggio di Caputo “Franciavanguardia” è questo e lo è attraverso le parole degli intellettuali controcorrente francesi di oggi quali Alain Soral e Dieudonné, non a caso stigmatizzati dai media, fondatori dell'associazione metapolitica “Egalité & Réconciliation” - il cui slogan è “destra dei valori e sinistra del lavoro” - che si propone di lottare contro il mondialismo e superare lo scontro di civiltà, dialogando con il mondo musulmano valorizzando le identità nazionali di tutti e riconciliando il proletariato con la classe media. Da notare che Alain Soral è un ex militante del Partito Comunista Francese e lo è stato per sette anni, prima di approdare al Front National e poi abbandonarlo per fondare la sua associazione. In Italia, peraltro, il fondatore del Partito dell'Amore Mauro Biuzzi, ha denunciato pubblicamente – nell'isolamento generale – il tentativo di discriminazione nei confronti delle idee di Alain Soral (http://www.partitodellamore.it/attivita/alain_soral/comunicato_pda_or.pdf).
Intellettuale di spicco intervistato da Sebastiano Caputo nel suo saggio è il già citato filosofo orwelliano Jean-Claude Michéa. Anch'egli ex comunista di provata fede, da tempo è impegnato nell'opera di denuncia della sinistra venduta al capitalismo (si vedano i miei articoli in merito: http://amoreeliberta.blogspot.it/2016/02/il-socialismo-non-e-di-sinistra-parola.htmlhttp://amoreeliberta.blogspot.it/2016/02/il-vicolo-cieco-delleconomia-articolo.html).
Jean-Claude Michéa
Michéa, come De Benoist, anch'egli intervistato nell'ambito di “Franciavanguardia”, si rifà molto alla teoria del dono dell'antropologo socialista Marcel Mauss e ritiene, pertanto, che si siano perduti valori fondamentali quali la lealtà, il senso di aiuto reciproco e la benevolenza, che sono alla base di una società degna di questo nome al fine di combattere l'ideologia utilitarista della crescita illimitata fondata sui più bassi istinti egoistici ed individualisti.
Dello stesso avviso il saggista Alain De Benoist, il quale risulta essere letto più in Italia che in Francia, e che rifugge dall'idea di essere definito “di destra”, bensì preferisce dire di essere “un uomo di destra di sinistra e un uomo di sinistra di destra”, che ritiene ad esempio che il Front National di Marine Le Pen abbia saputo attrarre il voto popolare ed operaio attraverso il recupero di alcuni ideali socialisti e gaullisti originari, ma ad ogni modo rimane in disaccordo con diverse idee di fondo di tale partito che, ci tiene a dire, in Italia non è affatto rappresentato da persone come la Meloni e Salvini, ma, forse e solo in minimissima parte, dal Movimento Cinque Stelle.
Il piglio trasgressivo di Sebastiano Caputo si spinge financo ad intervistare per il suo saggio Jean Marie Le Pen, considetato nientemeno che il “demonio della Repubblica” francese, ma è davvero così ? Oppure si tratta piuttosto di un leader identitario che sì, eccessi a parte, si è posto quale spina nel fianco del duopolio destra-sinistra e per questo demonizzato ben oltre il dovuto ?
Alain De Benoist
Dalla caduta del Muro di Berlino il Front National lepenista ha saputo spostare il discorso dall'esclusiva lotta all'immigrazione ad aspetti più economici e sociali e lottando contro la perversità del libero mercato, rispettando comunque le minoranze e diventando così un partito maggioritario e di riferimento di quell'elettorato che, in passato, votava per il partito comunista e socialista.
Interessante anche l'intervista all'ecologista Lautent Ozon, il quale propone un progetto di riemigrazione, che favorisca il ritorno in patria degli immigrati approdati in Europa attraverso un progetto di cooperazione economico-sociale con i Paesi d'origine, che è poi in linea con l'idea dell'altro intervistato Kemi Seba, intellettuale panafricano che con l'associazione senegalese “Afrikan Mosaique” promuove il ritorno in patria dei migranti e ritiene che il multiculturalismo sia un fenomeno destinato a fallire e a creare una coabitazione forzata fra popoli troppo differenti e destinati ad essere sradicati e ad entrare in conflitto.
Interessantissimi poi gli interventi dell'economista Serge Latouche, promotore della decrescita economica, il quale ritiene che occorra vivere in una società di “abbondanza frugale”, ovvero un una società prospera e senza crescita economica, la quale – nella sua illimitatezza – è destinata a distruggere l'ambiente circostante e a distruggere ogni tipo di risorsa disponibile sul pianeta, come sta avvenendo infatti nell'inquinatissima e ipercapitalistica Cina.
Rilevante l'intervista conclusiva e a un non francese, ma, ad ogni modo, in linea con il filone controculturale del saggio, ovvero quella allo svizzero Piero San Giorgio, saggista “survivalista” che spiega come “sopravvivere al collasso economico” modificando il nostro stile di vita e tornando alla natura ed all'agricoltura, così come lui stesso ha fatto e propone un sistema basato su quella che definisce BAD, ovvero Base Autonomia Durevole, descritta anche in uno dei suoi video su youtube in italiano: https://www.youtube.com/watch?v=jdT-x2_QXpU.
“Franciavanguardia” di Sebastiano Caputo è dunque un saggio “collettivo”, ovvero che da voce a molte voci diverse, ma anche simili. A pensatori, studiosi, alcuni apparentemente utopisti altri apparentemente estremisti, la maggior parte concreti e critici nei confronti di un sistema che è fallito da tempo: quello capitalista, egoista, borghese, illiberale e antidemocratico anche se si definisce – illusoriamente – liberaldemocratico.
La Francia è dunque una fucina intellettuale, come ho avuto modo anche di scrivere recentemente presentando l'Organizzazione Socialista Rivoluzionaria Europea e la sua rivista “Rébellion” (http://amoreeliberta.blogspot.it/2016/08/rebellion-e-lorganizzazione-socialista.html), con la quale recentemente ho iniziato a collaborare.
Lo è tanto quanto l'America Latina del Socialismo del XXI secolo di cui ho più volte scritto in questi anni. Il filone intellettuale e spirituale – per molti versi di matrice latina - è del resto il medesimo e riunisce anche le nostre lotte Risorgimentali mazziniane e garibaldine, che troveranno una sintesi nella Prima Internazionale dei Lavoratori del 1864 che vedrà, per la prima volta, dialogare repubblicani, socialisti e anarchici sino a che, purtroppo, le divisioni tenderanno a prevalere. Divisioni che, oggi e da tempo, hanno spianato la strada alle élite economiche e a quella globalizzazione antiumanitaria che è destinata a fomentare nuovi conflitti.
Proletari e trasgressivi di tutti i Paesi, ricominciamo a dialogare !

Luca Bagatin

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