martedì 9 agosto 2016

Giorgia Meloni sbaglia a contrapporre D'Annunzio a Che Guevara, due eroi anti-casta e per l'emancipazione sociale oltre destra e sinistra. Articolo di Luca Bagatin

Giorgia Meloni informa i suoi “amici virtuali” di Facebook che ogni giorno, per tutto il mese di agosto, pubblicherà un aforisma – iniziando da quello celebre di D'Annunzio “Memento audere semper” - e tale notizia, tutto sommato abbastanza marginale, viene ripresa anche da alcuni organi di informazione, in particolare per informare che la sig.ra Meloni intende contrapporre la figura di D'Annunzio a quella di Che Guevara.

Lei infatti scrive che i ragazzi dovrebbero “studiare sui libri di scuola in maniera più approfondita la figura di D'Annunzio”, “un grande italiano che non ha nulla da invidiare a un qualunque Che Guevara, che pure tanti giovani amano indossare sulle loro magliette” ed afferma ciò esaltando l'impresa di Fiume del 1919.

Lodevole il fatto che la Meloni esalti e ricordi l'impresa di Fiume, meno lodevole il suo tentativo di contrapporre la figura del rivoluzionario anti-casta e libertario D'Annunzio all'altro rivoluzionario anti-casta e libertario Che Guevara.

In questo senso, sia gli studenti che la sig.ra Meloni dovrebbero studiarsi approfonditamente sia la figura di D'Annunzio che quella di Che Guevara, ma su testi che hanno trattato tali figure in modo obiettivo e non ideologizzato.

Per quanto concerne Gabriele D'Annunzio, il “Poeta soldato”, il “Vate” per eccellenza, qualche anno fa segnalammo e recensimmo l'ottimo “Manuale del Rivoluzionario”, edito dalla Tre Editori e curato da Emiliano Cannone (http://www.opinione.it/cultura/2014/08/28/bagatin_cultura-2808.aspx). In questo saggio sono riportati discorsi ed aforismi del Vate e che lo consacrano quale miglior rappresentante della cultura socialista rivoluzionaria, anarchica, antiparlamentare ed internazionalista, oltre e contro la destra (rappresentante delle élite monarchiche ed oligarchiche) e oltre e contro la sinistra (rappresentante della borghesia industrialista ed affamapopoli).

Nel saggio, infatti, fra le altre, si riportano le parole ad una celebre intervista a D'Annunzio, il quale affermava che egli ambiva ad un “comunismo senza dittatura” (esattamente come Che Guevara peraltro !) e non a caso fu ammirato da Lenin (il quale inizialmente, nella costituzione dei Soviet, si ispirò agli ideali anarchici) e la Repubblica di Fiume - costituita con il contributo di socialisti rivoluzionari e mazziniani quali ad esempio Alceste De Ambriis - fu l'inveramento di quel comunismo libertario d'annunziano che permise le libertà sessuali (con relativa tolleranza e pratica dell'omosessualità), la libertà di associazione, la libertà di divorziare, la libertà religiosa e la libera ricerca spirituale (l'aviatore Guido Keller e lo scrittore Giovanni Comisso fondarono la rivista “Yoga”, che proponeva una visione esoterica e spirituale della realtà), la proibizione dei crocifissi nei luoghi pubblici, l'assistenza ai disoccupati ed ai non abbienti, la promozione dei referendum, la promozione ed il sostegno alla scuola pubblica, il risarcimento dei danni in caso di errore giudiziario ecc... tutte cose che nemmeno l'attuale Repubblica italiana di cui Giorgia Meloni è rappresentante, sembra garantire appieno.

Ci chiediamo, peraltro, se queste cose la sig.ra Meloni le sappia (visto che diversi dei punti del programma della d'annunziana e fiumana “Carta del Carnaro” sono in aperto contrasto con gli ideali da lei stessa propugnati). Così come ci chiediamo se la sig.ra Meloni sappia che Gabriele D'Annunzio fosse apertamente e dichiaratamente massone (massone lo fu anche Che Guevara e la gran parte dei rivoluzionari cubani, oltre che fiumani), appartenente alla Serenissima Gran Loggia d'Italia (oggi Gran Loggia d'Italia degli ALAM) e che la stessa bandiera della Reggenza del Carnaro fosse un chiaro richiamo al simbolismo gnostico e massonico, ovvero un uroboro (un serpente che si morde la coda) con al centro le sette stelle dell'Orsa Maggiore.

Gabriele D'Annunzio e gli eroi di Fiume, così come il Che e gli eroi di Cuba osarono ed osarono sempre, inverando appunto il motto “Memento audere semper”. Eroi (anti)politici e contro la realpolitik, alla quale contrapposero l'amore per le genti, per l'umanità, per la libertà intesa come libertà dal bisogno per approdare al sogno di una società o, meglio, di una civiltà umanitaria e comunitaria diversa ed alternativa a quella dei politicanti, degli oligarchi e degli industriali affamapopoli.

Eroi senza compromessi al punto che furono purtroppo sconfitti. La Repubblica di Fiume fu smantellata dall'esercito del Regno d'Italia nel 1921, non senza scontri (si ricordi in proposito il famoso “Natale di sangue”) e, per quanto riguarda Che Guevara, in polemica con il sostegno sovietico dell'Urss a Cuba e con le posizioni di Fidel Castro in merito, si dimise da tutte le cariche e da Ministro dell'Industria ed andò a combattere per i popoli oppressi in Congo ed infine in Bolivia, ove fu ucciso.

Ecco gli eroi da ricordare, celebrare, emulare da tutti e soprattutto dai giovani d'oggi, amebizzati dagli smartphone e dagli (a)socialnetwork. Eroi senza macchia che lottarono a sprezzo del pericolo e mai furono mantenuti ad ufo dai contribuenti.

Ecco perché è errato, come fa la Meloni, tentare di contrapporre D'Annunzio (accreditandolo magari “a destra”, niente di più sbagliato) a Che Guevara (che comunque non va assimilato alla “sinistra”, ma fu personaggio e studioso che andò ben oltre le ideologie illuministico-borghesi).

Nell'ambito del pensatoio che ho fondato - “Amore e Libertà (www.amoreeliberta.blogspot.itwww.amoreeliberta.altervista.org) – non a caso, tanto D'Annunzio che Che Guevara, sono inseriti nel “pantheon” dei nostri ispiratori (si veda il link: http://www.amoreeliberta.altervista.org/html/manifesto.htm) e proprio per le motivazioni che ho già scritto qui, come in altri articoli.

Dunque la Meloni approfitti della “pausa estiva” per leggere gli scritti ed i discorsi politici di D'Annunzio, la Carta del Carnaro e magari i saggi dello storico Giordano Bruno Guerri in proposito, oltre che il saggio a cura di Emiliano Cannone già citato un questo articolo. Eviterà di fare affermazioni imprecise e di contrapporre dei veri combattenti per l'emancipazione dei popoli, i cui ideali, oggi, nella società liquida dei consumi e della casta politica autoconservativa, mancano enormemente.



Luca Bagatin

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